Testo INTERPELLANZA
Atto a cui si riferisce:
C.2/00121 (2-00121) «D'Ettore, Gagliardi, Sozzani, Bagnasco, Mulè, Cassinelli, Cortelazzo, Casino, Giacometto, Labriola, Mazzetti, Ruffino, Pettarin, Cannizzaro, Siracusano, Fiorini, Bignami, Carrara,...
Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00121presentato daD'ETTORE Felice Mauriziotesto diGiovedì 27 settembre 2018, seduta n. 51
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
già nel 2004 il Consiglio europeo richiese la preparazione di una strategia globale per la protezione delle infrastrutture critiche;
il 17 novembre del 2005 la Commissione ha adottato un libro verde relativo a un programma europeo per la protezione delle infrastrutture critiche, culminato, al termine di un ampio confronto con i Paesi membri, nella emanazione della direttiva 2008/114/CE dell'8 dicembre 2008, concernente «l'individuazione e la designazione delle infrastrutture critiche europee e la valutazione della necessità di migliorarne la protezione»;
per «infrastruttura critica» la direttiva intende un elemento, un sistema o parte di questo essenziale per il mantenimento delle funzioni vitali della società, della salute, della sicurezza e del benessere sociale ed economico dei cittadini, il cui danneggiamento o la cui distruzione causerebbe l'impossibilità di mantenere tali funzioni;
la direttiva rimanda l'applicazione degli interventi finalizzati alla protezione delle infrastrutture critiche ai soggetti/proprietari responsabili della loro costruzione, manutenzione e funzionamento;
la direttiva è stata recepita in Italia attraverso il decreto legislativo n. 61 del 2011;
il decreto n. 61 del 2011, nel riprendere le definizioni e gli indirizzi della direttiva, prevede la predisposizione di un piano di sicurezza dell'operatore (PSO) per ciascuna infrastruttura, la costituzione di un «nucleo interministeriale situazione e pianificazione (NISP)», insediato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, che individui opere e priorità limitatamente ai settori dell'energia e dei trasporti;
in effetti, il programma EPCIP (European Program far Critical Infrastructure Protection) prevede la protezione di molti più settori, che possono essere così riepilogati:
energia e relativi sottosettori;
trasporti e relativi sottosettori;
tecnologie dell'informazione e della comunicazione;
acqua;
alimenti;
salute;
finanza;
industria chimica;
industria nucleare;
spazio;
ricerca;
allo stato, non sembra sussistere una lista definitiva delle infrastrutture critiche nazionali. Le attività del nucleo interministeriale situazione e pianificazione (Nisp), istituito ai sensi dell'articolo 4 del citato decreto legislativo n. 61 del 2011, non risultano pubbliche;
i recenti drammatici eventi che hanno interessato infrastrutture stradali, ferroviarie e idriche esigono un'accelerazione dei processi di messa in sicurezza e protezione di settori essenziali al mantenimento delle funzioni vitali della società, soprattutto in relazione a quanto disposto dal citato decreto legislativo n. 61 del 2011 –:
quali siano le risultanze delle attività del Nucleo interministeriale e della struttura responsabile di cui all'articolo 4 del decreto legislativo n. 61 del 2011 in ordine all'individuazione delle infrastrutture critiche europee, segnatamente in relazione ai settori dell'energia e dei trasporti, come meglio specificati nella lista dei sottosettori, tra i quali viene indicato con priorità il trasporto stradale;
quali siano i contenuti degli eventuali decreti dirigenziali di cui al comma 2 dell'articolo 5 del medesimo decreto legislativo, aventi ad oggetto l'individuazione e la comunicazione delle infrastrutture individuate in territorio nazionale rispondenti alle caratteristiche di criticità indicate nelle linee guida della Commissione europea;
se il ponte autostradale «Morandi» di Genova sia stato ricompreso nella lista delle infrastrutture critiche europee, e, in caso contrario, per quali ragioni ciò non sia avvenuto, essendo evidente che la sua distruzione avrebbe avuto un significativo impatto su almeno due Stati membri dell'Unione, producendo notevoli ricadute negative anche sulla base dei criteri di valutazione di cui al comma 2 dell'articolo 6, segnatamente riferiti: alle possibili vittime, in termini di morti e feriti; alle possibili conseguenze economiche, in termini di perdite finanziarie, di deterioramento del bene o servizio e di effetti ambientali; alle possibili conseguenze per la popolazione, in termini di fiducia nelle istituzioni, di sofferenze fisiche e di perturbazione della vita quotidiana, considerando anche la perdita di servizi essenziali;
se, nel caso di specie, sia stato definito il piano di sicurezza, dell'operatore di cui all'articolo 12 del citato decreto legislativo, e ne siano state attivate le modalità di implementazione;
se l'eventuale mancato inserimento del ponte «Morandi» nella lista delle infrastrutture europee ed il mancato eventuale adempimento del decreto legislativo n. 61 del 2011, non siano da valutare, per quanto di competenza, anche sotto il profilo di eventuali responsabilità e ai fini di segnalazioni ad ulteriori autorità competenti.
(2-00121) «D'Ettore, Gagliardi, Sozzani, Bagnasco, Mulè, Cassinelli, Cortelazzo, Casino, Giacometto, Labriola, Mazzetti, Ruffino, Pettarin, Cannizzaro, Siracusano, Fiorini, Bignami, Carrara, Silli, Ripani, Zangrillo, Marin, Bond, Baratto, Mugnai, Mandelli, Pella, Paolo Russo, Martino, Bartolozzi, Maria Tripodi, D'Attis, Battilocchio, Barelli, Sorte, Fatuzzo, Cannatelli».