• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/01202 (4-01202)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01202presentato daFERRO Wandatesto diMartedì 25 settembre 2018, seduta n. 49

   FERRO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con una prima sentenza, nel 2007, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha dichiarato che l'Italia era venuta meno, in modo generale e persistente, agli obblighi relativi alla gestione dei rifiuti;

   nel 2013, la Commissione europea ha ritenuto che l'Italia non avesse ancora adottato tutte le misure necessarie per dare esecuzione alla citata sentenza: 218 discariche ubicate in 18 delle 20 regioni italiane non erano conformi alla direttiva «rifiuti»;

   nella sentenza del 2 dicembre 2014, la Corte di giustizia dell'Unione europea ha confermato che l'Italia non ha adottato tutte le misure necessarie a dare esecuzione alla sentenza del 2007, condannandola a pagare una somma forfettaria di 40 milioni di euro;

   in particolare, la Corte di giustizia ha rilevato che l'inadempimento perdura da oltre sette anni e che, dopo la scadenza del termine impartito, le operazioni sono state compiute con grande lentezza; un numero importante di discariche abusive si registra ancora in quasi tutte le regioni italiane. Essa ha ritenuto quindi di infliggere una penalità decrescente, il cui importo è ridotto progressivamente in ragione del numero di siti che saranno messi a norma, computando due volte le discariche contenenti rifiuti pericolosi;

   la Corte ha condannato l'Italia a versare altresì una penalità semestrale a far data dal 2 dicembre 2014 e fino all'esecuzione della sentenza del 2007. La penalità è calcolata, per quanto riguarda il primo semestre, a partire da un importo iniziale di 42.800.000 euro. Da tale importo sono detratti 400.000 euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi messa a norma e 200.000 di euro per ogni altra discarica messa a norma;

   le 200 discariche oggetto della sentenza sono ubicate nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto;

   l'Italia ha pagato 40 milioni di euro come multa forfettaria e 39.800.000, 33.400.000, 27.800.000 euro come multe relative al primo, secondo e terzo semestre successivo alla sentenza;

   la legge 28 dicembre 2015, n. 208, all'articolo 1, comma 813, prevede: «[...] Ai fini della tempestiva esecuzione delle sentenze di condanna rese dalla Corte di giustizia dell'Unione europea [...], al pagamento degli oneri finanziari derivanti dalle predette sentenze si provvede a carico del fondo di cui all'articolo 41-bis, comma 1, della presente legge, nel limite massimo di 50 milioni di euro per l'anno 2016 e di 100 milioni di euro annui per il periodo 2017-2020. A fronte dei pagamenti effettuati, il Ministero dell'economia e delle finanze attiva il procedimento di rivalsa a carico delle amministrazioni responsabili delle violazioni che hanno determinato le sentenze di condanna, anche con compensazione con i trasferimenti da effettuare da parte dello Stato in favore delle amministrazioni stesse»;

   in data 24 marzo 2017 il Consiglio dei ministri ha nominato commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all'adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale il generale di brigata dell'Arma dei carabinieri Giuseppe Vadalà –:

   quali siano le discariche abusive in procedura di infrazione successivamente alla scadenza del 2 giugno 2018 e, in particolare, quale sia lo stato di attuazione della bonifica delle discariche abusive ancora presenti sul territorio calabrese;

   quali iniziative concrete abbia assunto, a distanza di oltre un anno dalla sua nomina, il commissario straordinario del Governo;

   a che punto sia il procedimento di rivalsa – ai sensi dell'articolo 1, comma 813, della legge n. 208 del 2015 nei confronti delle amministrazioni responsabili delle violazioni citate in premessa.
(4-01202)