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Atto a cui si riferisce:
C.1/00044    premesso che:     l'8 aprile del 2018 il premier Viktor Orbàn ha vinto le elezioni per il suo terzo mandato consecutivo;     nel corso dei suoi precedenti...



Atto Camera

Mozione 1-00044presentato daMOLINARI Riccardotesto diMartedì 25 settembre 2018, seduta n. 49

   La Camera,
   premesso che:
    l'8 aprile del 2018 il premier Viktor Orbàn ha vinto le elezioni per il suo terzo mandato consecutivo;
    nel corso dei suoi precedenti Governi l'Ungheria ha sperimentato una costante e consistente crescita economica, con ampi investimenti industriali nei settori dell'alta tecnologia, un indice basso di disoccupazione e conti sovrani sotto controllo;
    l'articolo 2 del Trattato sull'Unione europea indica lo Stato di diritto quale pilastro su cui si fonda l'Unione, insieme al rispetto della dignità umana, alla libertà, alla democrazia, all'uguaglianza, al rispetto dei diritti umani, comprese le persone appartenenti a minoranze. Nel complesso, questi valori costituiscono il fondamento dei diritti di cui godono quanti vivono nell'Unione europea;
    il 12 settembre 2018 il Parlamento europeo, riunito in seduta plenaria a Strasburgo, ha approvato una risoluzione nella quale si chiede al Consiglio dell'Unione europea di valutare, a norma dell'articolo 7, paragrafo 1, del Trattato sull'Unione europea (TUE), «se esista un evidente rischio di violazione grave da parte dell'Ungheria dei valori di cui all'articolo 2 TUE e a rivolgere all'Ungheria raccomandazioni adeguate al riguardo»;
    l'articolo 7, paragrafo 1, del Trattato sull'Unione europea costituisce una fase preventiva, che prevede una fase di dialogo con lo Stato membro interessato e che mira a evitare eventuali sanzioni, riconoscendo all'Unione la capacità di intervenire in caso di «evidente rischio di violazione grave dei valori comuni». Il Parlamento europeo ha assunto la propria decisione in base alla valutazione su aspetti dello Stato di diritto;
    dal punto di vista procedurale, il 18 settembre 2018 la Presidenza del Parlamento europeo ha formalmente investito la Presidenza di turno austriaca del Consiglio dell'Unione europea della questione, che passerà all'esame del Consiglio affari generali, attraverso l'audizione dello Stato membro interessato; l'Ungheria è comunque intenzionata ad impugnare la risoluzione del Parlamento europeo dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione (CGUE);
    dopo l'audizione l’iter si svilupperà in successivi passaggi che potranno durare alcuni mesi, comprendendo la possibilità per il Consiglio sull'Unione europea di rivolgere all'Ungheria raccomandazioni che dovranno essere deliberate a maggioranza dei quattro quinti degli Stati membri e previa approvazione del Parlamento europeo, sempre che nel frattempo il Consiglio non verifichi che sono venuti meno i motivi che hanno portato all'innesco di tale procedura,

impegna il Governo:

1) ad attivarsi, in primo luogo attraverso un dialogo continuo, nel rispetto dell'autonomia e della sovranità di ogni Stato membro, per la protezione e la promozione dei diritti e dei valori su cui si fonda l'Unione, sanciti all'articolo 2 del Trattato sull'Unione europea, rappresentando questi il fondamento comune e il presupposto irrinunciabile per tutti gli Stati membri, in armonia con i principi e lo spirito dei Trattati;
2) ad attivarsi affinché il Consiglio dell'Unione europea accerti che i motivi che si ritiene siano all'origine della procedura di cui all'articolo 7, paragrafo 1, del Trattato sull'Unione europea nei confronti dell'Ungheria non siano venuti meno e, nel caso non fossero più validi, affinché sia chiusa celermente la procedura stessa, in quanto infondata.
(1-00044) «Molinari, D'Uva».