• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/01117-A/134    premesso che:     nel corso dell'esame in sede referente del provvedimento presso le commissioni riunite I e V, la maggioranza di Governo ha soppresso la disposizione di cui...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/01117-A/134presentato daFRATOIANNI Nicolatesto diVenerdì 14 settembre 2018, seduta n. 44

   La Camera,
   premesso che:
    nel corso dell'esame in sede referente del provvedimento presso le commissioni riunite I e V, la maggioranza di Governo ha soppresso la disposizione di cui all'articolo 6, comma 3-quinquies con l'intento, come espressamente dichiarato da autorevoli esponenti dello stesso Governo, di «porre rimedio» all'errore commesso dal Senato ove, su proposta dell'opposizione, era stato approvato un emendamento che apriva le fasce aggiuntive delle graduatorie ad esaurimento del personale docente di cui all'articolo 14, comma 2-ter del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, anche a tutti quei docenti che hanno conseguito l'abilitazione entro l'anno accademico 2017/2018, ivi inclusi i docenti in possesso di diploma magistrale entro l'anno scolastico 2001/2002 e d'insegnamento tecnico professionale;
    grazie alla suddetta soluzione di salvaguardia prevista dall'emendamento i docenti precari abilitati all'insegnamento, tutti già selezionati e formati all'uopo, sarebbero stati gradualmente assorbiti nei ruoli dello Stato, collocandosi sugli oltre 100.000 posti vacanti che ogni anno vengono quasi sempre assegnati ad un nuovo supplente, minando così la continuità didattica e l'organizzazione scolastico-amministrativa;
    già all'indomani della sua approvazione l'emendamento aveva alimentato tra i diretti interessati molte aspettative ma, allo stesso tempo, anche molta confusione poiché risultava in contraddizione ed incompatibile con le disposizioni contenute in un altro provvedimento recentemente varato dal Parlamento come il decreto-legge n. 87 del 2018 (c.d. «decreto dignità»);
    la sua soppressione ad opera delle commissioni riunite I e V della Camera, comporta che per i diplomati magistrali entro l'anno 2001/2002, che da tempo attendono una soluzione alla loro travagliata vicenda giudiziaria, resta pertanto in vigore quanto previsto dal suddetto «decreto dignità», ovvero il mantenimento della nomina in servizio fino al termine dell'imminente anno scolastico 2018/2019 ed il contestuale avvio di un concorso riservato (a cui potranno accedere anche i laureati in scienze della formazione primaria) per chi abbia svolto almeno due anni di servizio presso le scuole statali;
    è risaputo che le misure contenute nel decreto dignità non risolvono il loro problema rendendo, anzi, la loro posizione ancora più precaria, dal momento che prevedono la stipula di contratti, anche per gli insegnanti già passati di ruolo, con il termine del 30 giugno 2019: una soluzione che, al contrario, risulta poco dignitosa per i tanti docenti che aspettavano una risposta definitiva dal nuovo Governo, ma che di fatto il 30 giugno 2019 ne licenzia alcune migliaia di loro già arruolati;
    di più. Il c.d. decreto-dignità non offre una risposta adeguata ad un altro problema: la gestione degli incarichi di supplenza al 30 giugno ed al 31 agosto, che fino ad oggi sono stati attribuiti dagli uffici scolastici territoriali tramite le graduatorie ad esaurimento. Quando le GAE in molte province, soprattutto del nord Italia, si svuoteranno per effetto dell'esecutività delle sentenze, questi incarichi di supplenza ricadranno nella competenza delle scuole e delle graduatorie d'istituto, con conseguente sovraccarico di lavoro per le segreterie e frammentazione delle procedure di nomina;
    di contro, l'attuale fase avrebbe richiesto, anche al fine di abbattere il fenomeno della «supplentite» di cui è afflitto il sistema scolastico, il varo di un piano straordinario di stabilizzazione che permetta di assumere personale docente su quei posti sui quali da anni oramai si avvicendano lavoratori precari, e quindi di ridurre l'attuale forbice tra organico di diritto e organico di fatto;
    la soppressione tout-court della disposizione di cui al suddetto comma 3-quinquies dell'articolo 6 del provvedimento, lasciando campo libero a quanto stabilito dal decreto dignità, determinerà l'effetto di avviare il primo licenziamento di massa dalla scuola pubblica. Infatti circa 7.000 insegnanti diplomati magistrali ed altre figure di abilitati già assunte vedranno scadere il contratto di lavoro il 30 giugno 2019, e circa 45.000 insegnanti verranno espulsi dalle graduatorie ad esaurimento e vedranno sfumare la possibilità di prestare supplenze annuali con contratti a tempo determinato,

impegna il Governo

ad adottare con urgenza un provvedimento che consenta a tutti a coloro che hanno conseguito l'abilitazione all'insegnamento entro l'anno accademico 2017/2018, ivi inclusi i docenti in possesso di diploma magistrale entro l'anno scolastico 2001/2002 e d'insegnamento tecnico professionale, di accedere alle fasce aggiuntive delle graduatorie ad esaurimento del personale docente di cui all'articolo 14, comma 2-ter del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, come convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14.
9/1117-A/134. Fratoianni, Fornaro, Fassina, Bersani, Boldrini, Conte, Epifani, Muroni, Occhionero, Palazzotto, Pastorino, Rostan, Speranza, Stumpo.