• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/00500 ANGRISANI, VACCARO, GAUDIANO, CASTIELLO, DI MICCO, DE LUCIA, GIANNUZZI, RICCIARDI, SANTILLO, GRANATO, RUSSO, PRESUTTO, PACIFICO, L'ABBATE - Al Ministro per i beni e le attività culturali -...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00500 presentata da LUISA ANGRISANI
martedì 11 settembre 2018, seduta n.034

ANGRISANI, VACCARO, GAUDIANO, CASTIELLO, DI MICCO, DE LUCIA, GIANNUZZI, RICCIARDI, SANTILLO, GRANATO, RUSSO, PRESUTTO, PACIFICO, L'ABBATE - Al Ministro per i beni e le attività culturali - Premesso che:

i teatri di tradizione, disciplinati dall'art. 28 della legge 14 agosto 1967, n. 800, e, per il triennio 2018-2020, dall'art. 18 del decreto ministeriale 27 luglio 2017, hanno il compito di promuovere, agevolare e coordinare le attività musicali nel territorio delle rispettive province. La legge prevede che il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, sentita la commissione consultiva per il settore musica, possa con proprio decreto riconoscere la qualifica di "teatro di tradizione" a teatri che dimostrino di aver dato particolare impulso alle locali tradizioni artistiche e musicali;

ad essi è concesso, ai sensi del citato art. 18 del decreto ministeriale, un contributo statale destinato alle attività di spettacolo dal vivo. In particolare il contributo viene elargito per progetti triennali, su programmi annuali;

considerato che:

il teatro comunale "G. Verdi" di Salerno è annoverato nell'elenco dei teatri di tradizione riconosciuti;

l'art. 2, comma 2, lettera f), della legge regionale 15 giugno 2007, n. 6, definisce "teatri di tradizione", quei teatri che svolgono come attività prevalente quella di promuovere, agevolare e coordinare, nell'ambito del territorio di competenza, le attività musicali con particolare riferimento all'attività lirica caratterizzata da determinate e definite peculiarità, come le comprovate capacità professionale del direttore artistico;

da quanto risulta agli interroganti, dal 2007 la spesa media per ogni stagione lirico-concertistica è stata di 3 milioni e mezzo di euro, e dal 2010 al 2017, il Comune di Salerno ha speso la somma di 31 milioni di euro, incassando dal botteghino mediamente un valore economico che si aggira tra il 10 e il 15 per cento del costo complessivo sostenuto, accusando ingenti perdite annue di danaro pubblico;

da quanto si apprende dalla rendicontazione dei bilanci del teatro, lo stipendio annuo del direttore artistico si aggira intorno ai 300.000 euro mentre il programma lirico prevede solamente 5 spettacoli a stagione per 3 repliche ognuno, per un totale di 15 aperture di sipario durante l'anno solare;

considerato che, a parere degli interroganti, il ritorno culturale alla città, le opportunità di lavoro per i giovani e la formazione professionale sono decisamente irrilevanti considerando che tutto il materiale e quant'altro serva alla realizzazione di un'opera viene noleggiato dal Comune, su indicazione del direttore artistico, peraltro quasi esclusivamente fuori dall'ambito del territorio cittadino,

si chiede di sapere:

quali iniziative intenda assumere il Ministro in indirizzo al fine di appurare se, da un punto di vista procedurale, il Comune di Salerno, in qualità di ente gestore ed erogatore di spesa per il teatro "G. Verdi", abbia assolto agli obblighi derivanti dalla normativa vigente in tema di teatri di tradizione e se le imprese liriche coinvolte siano in possesso di tutti i requisiti richiesti dalla legge;

se non intenda adottare misure di competenza affinché venga accertato se ci stia stato un effettivo danno economico per le casse municipali.

(4-00500)