• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/00950 (4-00950)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00950presentato daRIPANI Elisabettatesto diMartedì 7 agosto 2018, seduta n. 40

   RIPANI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nel 1993 Ambiente s.p.a. e Nuova Solmine s.p.a. presentano un progetto per trasformare una linea di arrostimento della pirite presente nella piana di Scarlino (Grosseto) in un impianto di termodistruzione di rifiuti solidi urbani e rifiuti assimilabili agli urbani;

   nel 1995 si completa l’iter di approvazione del progetto per la trasformazione di una delle tre linee in cogeneratore per la produzione di energia elettrica. Nello stesso anno nasce il Comitato per il «No» all'inceneritore di Scarlino;

   Scarlino Energia s.p.a. società proprietaria dell'impianto, chiede la prima autorizzazione nel 2008: la richiesta riguardava l'ammodernamento della centrale elettrica, alimentandola con le biomasse e combustibile ricavato bruciando i rifiuti (CdR);

   dal momento della concessione delle autorizzazioni si è aperto il contenzioso che ha visto protagonisti molti cittadini e il comune di Follonica, prima, e il comune di Scarlino, successivamente;

   negli anni si sono susseguite le autorizzazioni: tre concesse dalla provincia di Grosseto e a seguire, dal 2015, dalla regione Toscana. Di contro, il contenzioso relativo all'inceneritore ha visto per due volte esprimersi il Tar e il Consiglio di Stato sulla illegittimità dei provvedimenti concessi dalla provincia di Grosseto, mentre per l'ultima autorizzazione della regione Toscana a ottobre 2015 si è finora pronunciato solamente il Tar (sentenza n. 921/2017), accogliendo in parte il ricorso promosso dai comuni di Follonica e Scarlino e dai comitati ambientalisti, che si sono appellati nuovamente al Consiglio di Stato per le parti respinte dal Tar;

   nel 2017 Scarlino Energia s.p.a ha chiesto una nuova autorizzazione al funzionamento dell'impianto: la conferenza di servizi, conclusasi a luglio 2018, ha dato parere favorevole;

   l'area di Scarlino risulta già inquinata da un'attività industriale chimica. Le bonifiche o non sono state fatte, o non sono state completate e quelle portate a termine non convincono. Su un ambiente così compromesso è fuori ogni logica attivare un impianto altamente inquinante;

   l'Asl ha pubblicato nel marzo 2018 una relazione sullo stato di salute degli abitanti della zona di Follonica e Scarlino. I risultati suscitano grande timore per la salute pubblica. Sono in aumento le patologie neoplastiche della vescica, della prostata e del colon retto per gli uomini, cardiopatie ischemiche per la popolazione femminile e malattie dell'apparato respiratorio; meritano monitoraggio e attenzione particolare le nascite premature e i neonati sotto peso;

   peraltro, manca uno studio epidemiologico sulla salute delle popolazioni dell'area interessata dall'inceneritore;

   l'occupazione è uno dei nodi principali di tutta la vicenda che interessa da vicino 40 dipendenti della Scarlino Energia, per i quali scade la cassa integrazione nell'anno corrente;

   sono in atto forti proteste dei cittadini di Follonica e Scarlino. I rispettivi sindaci, sono fermamente contrari al riavvio dell'impianto. Una petizione spontanea ha raccolto migliaia di firme per bloccare l'ennesima autorizzazione. Ai rischi per l'ambiente e per la salute si aggiunge la minaccia per le attività economiche legate al turismo che operano nell'area;

   considerata la chiusura del termovalorizzatore di Pisa e il «no» del Consiglio di Stato alla realizzazione del nuovo inceneritore a Firenze, il dubbio è che l'impianto di Scarlino diventi il centro di stoccaggio e di smaltimento di tutta la Toscana –:

   quali iniziative intendano intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze e in coordinamento con gli enti territoriali interessati, al fine di garantire la tutela dell'ambiente, della salute pubblica e dei livelli occupazionali in gioco;

   se non intendano promuovere, per quanto di competenza, l'avvio di un serio ed efficace monitoraggio e di uno studio epidemiologico sullo stato di salute della popolazione dell'area interessata dell'inceneritore.
(4-00950)