• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.3/00155 UNTERBERGER, STEGER - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che: stando ai dati Eurostat, l'Italia si riconferma agli ultimi posti in Europa nella classifica dei...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00155 presentata da JULIANE UNTERBERGER
giovedì 2 agosto 2018, seduta n.030

UNTERBERGER, STEGER - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che:

stando ai dati Eurostat, l'Italia si riconferma agli ultimi posti in Europa nella classifica dei Paesi per tasso di occupazione delle donne, attestandosi al penultimo posto per il "gender gap", con una differenza tra il tasso di occupazione maschile e quello femminile che sfiora il 20 per cento;

i primi tre Paesi a livello europeo, cioè Svezia, Olanda e Danimarca, vantano ormai da anni, seppur per motivi differenti, un tasso molto elevato di partecipazione delle donne al lavoro, caratterizzato da una forte presenza femminile anche in ruoli di prestigio, mentre nei Paesi dell'Europa mediterranea, tra cui anche l'Italia, il tasso di occupazione femminile è rimasto, nel corso degli anni, sempre molto basso ed è tuttora pari a poco più del 50 per cento, ben distante anche dalla Germania, oltre che dalla Svezia e dalla Danimarca, tutte oltre il 70 per cento;

la drammaticità della situazione italiana, il cui apice si riscontra al Sud, dove la maggior parte delle donne è fuori dal mercato del lavoro, è ulteriormente peggiorata dal fatto che, mentre negli altri Paesi europei alcune forme di flessibilità del lavoro, quali ad esempio il part-time, sono molto gettonate per il genere femminile e contribuiscono ad evitare un incremento del tasso di disoccupazione, in Italia invece l'accesso al part-time è molto limitato, non essendovi alcuna garanzia a livello normativo che favorisca le donne con figli piccoli, con conseguente scelta obbligata di licenziamento;

l'Italia continua a stentare, altresì, sul numero di donne laureate, con una percentuale del 19 per cento rispetto al 34 per cento della Francia e al 42 per cento della Svezia, e sul tasso di fertilità, con 1,34 figli per donna, rispetto all'1,92 della Francia e all'1,85 della Svezia;

per le donne risulta sempre più difficile riuscire a conciliare lavoro e maternità, con conseguente naturale diminuzione del tasso di natalità, e sarebbe, pertanto, necessario porre in essere delle misure volte a rimuovere tutti gli ostacoli che disincentivano le donne dal cercare un lavoro, distribuendo in maniera più equa l'impegno familiare tra uomo e donna;

purtroppo, nel contratto di governo M5S-Lega, le donne sono menzionate come gli unici soggetti responsabili dell'oggetto di conciliazione dei tempi da dedicare alla famiglia e al lavoro;

molte delle misure introdotte dai precedenti Governi a sostegno delle madri che lavorano sono in scadenza: se non rinnovato con un intervento legislativo e un rifinanziamento ad hoc, scomparirà il "voucher baby sitter", per le donne che decidono di rientrare a lavoro, rinunciando al congedo parentale, nonché il congedo di paternità obbligatorio, anch'esso in scadenza a fine 2018,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia consapevole della problematicità dei dati relativi all'occupazione femminile in Italia e al "gender gap" e quali provvedimenti intenda adottare, al fine di ridurre il divario esistente con gli altri Paesi europei, valorizzando il talento femminile, favorendone l'alta formazione e introducendo nuove e apposite misure a sostegno delle madri che lavorano o, quantomeno, se intenda garantire il rifinanziamento di quelle già introdotte dai precedenti Governi.

(3-00155)