Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Atto a cui si riferisce:
C.4/00873 (4-00873)
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-00873presentato daNOVELLI Robertotesto diMartedì 31 luglio 2018, seduta n. 35
NOVELLI, VERSACE, PETTARIN, RUFFINO, CASSINELLI, MARIN, CRISTINA, PELLA, BARTOLOZZI, SACCANI JOTTI, MUGNAI, BATTILOCCHIO, TARTAGLIONE, D'ATTIS, MARROCCO, BAGNASCO, GIACOMETTO, MULÈ, FIORINI, MARIA TRIPODI, MANDELLI, SOZZANI, FITZGERALD NISSOLI, ZANELLA, MILANATO, ZANETTIN, RIPANI e SPENA. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
tra gli otto schemi di decreti legislativi approvati il 14 gennaio 2017 dal Consiglio dei ministri, vino (Atto di Governo n. 380) riguardava «l'istituzione del Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni»;
lo schema di decreto nasceva dall'esigenza di garantire, sin dalla nascita, pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco a tutte le bambine e a tutti i bambini;
lo schema di decreto legislativo era finalizzato all'attuazione della delega al Governo ai sensi dell'articolo 1, commi 180, 181, lettera e), e 182 della legge n. 107 del 2015, per l'istituzione del Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni;
successivamente, il decreto legislativo in questione è stato adottato: si tratta del decreto legislativo n. 65 del 2017;
detto sistema integrato, è costituito dai servizi educativi per l'infanzia e dalle scuole dell'infanzia, al fine di garantire ai bambini e alle bambine pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, e per la conciliazione tra tempi di vita, di cura e di lavoro dei genitori, della promozione della qualità dell'offerta educativa e della continuità tra i vari servizi educativi e scolastici. Si prevede che il nuovo sistema integrato avvenga attraverso la definizione dei fabbisogni standard delle prestazioni della scuola dell'infanzia e dei servizi educativi per l'infanzia;
l'attuale situazione del nostro Paese, mostra come sia sempre più indispensabile rafforzare il ruolo pubblico per quello che riguarda i servizi educativi e scolastici per l'infanzia, e questo è ancora di più necessario in una perdurante fase di crisi economica e sociale;
uno dei problemi strutturali dell'Italia è, infatti, l'evidente carenza di strutture per l'infanzia e di asili nido comunali, e un quadro avvilente in fatto di welfare, con alti costi e forti disparità nell'offerta tra le diverse aree del Paese. Il dato di fondo resta sempre l'enorme scarto esistente tra le esigenze dei bambini e delle bambine, dei genitori e la reale possibilità di soddisfare tali esigenze;
per raggiungere lo standard europeo, fissato dalla strategia di Lisbona che prevedeva una copertura pari al 33 per cento entro il 2010, il nostro Paese dovrebbe creare ulteriori 1.700 nidi e scuole dell'infanzia;
come è stato mostrato in uno studio di recente pubblicazione sull'argomento, gli utenti dei nidi pubblici hanno raggiunto il 12-14 per cento in media negli ultimi anni, ma se nelle aree del Nord si supera anche il 25 per cento, ecco che regioni come Puglia, Calabria, Sicilia e Campania non raggiungono nemmeno l'obiettivo minimo di una copertura del 6 per cento. Questa forte disparità riflette anche le differenze di sviluppo territoriale e al contempo può esserne una causa;
lo schema di decreto in esame, non sembra fornire risposte adeguate; le risorse finanziarie sono poche, e manca un obiettivo temporale definito entro il quale completare il Sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni, la realizzazione del Sistema integrato viene di fatto subordinato a una progressività delle risorse finanziarie e umane disponibili;
gli studi più recenti dimostrano infatti che, in fatto di sviluppo cognitivo, ma anche di capacità relazionali e di concentrazione, gli investimenti nei primissimi anni di vita di un bambino, cioè dalla nascita fino ai tre anni di vita, hanno il rendimento più alto e costano molto meno rispetto a interventi in altre fasce di età –:
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno promuovere iniziative normative al fine di raggiungere lo standard europeo pari al 33 per cento di coperture dei posti negli asili nido;
quali iniziative i Ministri interrogati intendano assumere per garantire ad ogni bambino uguali possibilità di sviluppo psicofisico e sociale.
(4-00873)