• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.5/00251 (5-00251)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00251presentato daCENNI Susannatesto diLunedì 30 luglio 2018, seduta n. 34

   CENNI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la legge 29 ottobre 2016, n. 199, recante «Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo» ha introdotto norme per garantire una maggiore efficacia all'azione di prevenzione e contrasto, con significative modifiche al quadro vigente, prevedendo la repressione penale del caporalato, la tutela delle vittime e dei lavoratori agricoli;

   secondo i dati emersi dal Quarto rapporto sulle agromafie e il caporalato, è ancora comunque rilevante la frequenza di tale crimine nel nostro Paese: un'azienda agricola su quattro in Italia ricorre all'intermediazione del caporale per reclutare la forza lavoro (30 mila su tutto il territorio nazionale), mentre sono tra i 400 e i 430 mila i lavoratori agricoli esposti al rischio di un ingaggio irregolare. Di questi più di 132 mila vivono in condizione di vulnerabilità sociale. Lo sfruttamento e il caporalato in agricoltura producono inoltre un giro d'affari pari a 4,8 miliardi di euro. Altri 1,8 miliardi di euro all'anno, invece, riguardano l'evasione contributiva;

   sono continui gli episodi di caporalato denunciati dai media: ultimo in ordine di tempo quello relativo ad alcuni territori della provincia di Caserta (ed in particolare Mondragone) dove verrebbero sfruttati complessivamente circa 2000 persone tra uomini, donne ed addirittura bambini;

   i nuclei familiari sarebbero alloggiati in edifici fatiscenti, con paghe orarie nettamente inferiori alle 7,5 euro previste dal contratto nazionale (nello specifico dai 2 ai 4 euro per gli uomini, tra 1 e 1,5 euro per le donne ed 1 euro per i bambini). I turni giornalieri sarebbero inoltre massacranti: 12 ore (quasi il doppio delle 6,5 previste dalla legge);

   a gestire il caporalato, sempre secondo la stampa, vi sarebbero associazioni criminali come confermerebbero alcuni gravi episodi registrati nel territorio ed in particolare incendi di furgoni ed aggressioni. Per le associazioni sindacali locali, nel periodo tra aprile e settembre 2018, i controlli delle autorità preposte sarebbero pochissimi;

   tale episodio assume caratteristiche maggiormente allarmanti perché, oltre ad infrangere l'intero impianto normativo disposto dalla legge 29 ottobre 2016, n. 199, coinvolgerebbe minori a cui sarebbe impedita anche la regolare frequenza delle scuole dell'obbligo;

   il lavoro minorile trova infatti una speciale tutela nella Costituzione della Repubblica italiana attraverso alcuni articoli che stabiliscono una normativa particolare che riguarda il lavoro salariato di fanciulli e adolescenti. Inoltre, la direttiva 94/33 della Comunità europea e la legge n. 977 del 1967 vieta ogni attività lavorativa ai soggetti di età inferiore a 15 anni e che, comunque, non abbiano ancora concluso il periodo di istruzione obbligatoria –:

   se i ministri interrogati siano a conoscenza dell'episodio citato in premessa; se ciò che viene riportato sulla stampa corrisponda al vero, conseguentemente, quali iniziative urgenti intendano assumere al fine di attuare pienamente le disposizioni presenti nella legge 29 ottobre 2016, n. 199 e nella legge n. 977 del 1967.
(5-00251)