Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.5/00234 (5-00234)
Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-00234presentato daFOTI Tommasotesto diMartedì 24 luglio 2018, seduta n. 32
FOTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
in Emilia-Romagna, regione in cui la sinistra ha politicamente dominato per svariati lustri e il sistema cooperativo si è imposto per lungo tempo (sistematicamente aggiudicandosi gran parte degli appalti pubblici), si assiste oggi ad una duplice sviluppo di quel sistema: da una parte, alcune cooperative (da sempre amministrate da personaggi che hanno – prima o poi – trovato collocazione, come amministratori, nelle file della sinistra) sono state poste in liquidazione coatta amministrativa o hanno fatto richiesta di concordato preventivo, a tacere del prestito sociale elargito alle stesse dai soci, che se ne è andato letteralmente «in fumo»; dall'altra si assiste alla proliferazione di cooperative cosiddette spurie che, sottoposte al controllo dell'Ispettorato del lavoro, sono risultate irregolari (delle 249 ispezionate nel 2017, ben 188 – pari al 75 per cento – sono risultate fuori norma e la stessa percentuale risulta confermata nel primo semestre del 2018. Se si considerano poi le cooperative non associate alle maggiori realtà di categoria (quali: Legacoop, Confcooperative e Agci), il dato raggiunge addirittura l'85 per cento, atteso che a fronte di 163 cooperative controllate le irregolari sono 140 e il fenomeno tocca il 90 per cento delle cooperative nei primi mesi di quest'anno);
detti dati sono stati rappresentati, nei giorni scorsi dall'Ispettorato regionale di Bologna alla commissione speciale di ricerca e studio sulle cooperative spurie o fittizie, istituita dall'assemblea legislativa della regione Emilia Romagna, dopo che – in precedenza – quest'ultima aveva respinto la richiesta, formulata dall'interrogante, di istituire sul tema una commissione d'inchiesta. Al riguardo, il presidente di Confcooperative Emilia-Romagna, Francesco Milza, ha chiesto di «cambiare passo e reagire con forza a questa situazione. Serve denunciare con ancora più insistenza agli organi competenti quelle false cooperative che sfruttano i lavoratori, falsano la concorrenza e infangano il nostro sistema». E proprio Confcooperative sollecita ancora di segnalare le «situazioni irregolari agli ispettori»;
appare significativo ricordare che l'individuazione delle cooperative spurie si basa su vari indicatori: tuttavia, la costante è il dumping sulle imprese sane, cioè l'abbattimento dei prezzi a determinati livelli in ragione dei quali è impossibile garantire il rispetto dei contratti e la sicurezza sul lavoro. Fermo restando che altri significativi indicatori risultano essere: la scarsa conoscenza e condivisione dei valori mutualistici tra i lavoratori, l'irrilevante partecipazione alle assemblee, i livelli di indebitamento molto forte, la vita breve della cooperativa e i livelli retributivi molto bassi, anche oltre il 30 per cento in meno rispetto a quelle regolari. Non vi è dubbio, dunque, che le cooperative spurie rappresentano un elemento di fortissima turbativa del mercato, in ragione di una praticata concorrenza sleale nei confronti delle imprese regolari: nei fatti, è provato, che l'alterata concorrenza si basa su prezzi al massimo ribasso e costo della manodopera compatibile solo con lo sfruttamento dei soci lavoratori;
ridare dignità al lavoro non può ridursi ad un mero slogan e/o ad una dichiarazione di principio a cui non seguano fatti concreti –:
se e quali iniziative il Governo intenda assumere – anche di carattere normativo – per efficacemente contrastare la proliferazione di cooperative «spurie», la cui illecita attività finisce per creare condizioni di sfruttamento per i prestatori d'opera dalle stesse, utilizzati e conseguenti rivendicazioni di ordine sindacale che, spesso e volentieri, determinano preoccupanti situazioni sotto il profilo dell'ordine pubblico.
(5-00234)