• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00029 (7-00029) «Vianello, Vallascas, Vignaroli, Daga, Deiana, D'Ippolito, Federico, Ilaria Fontana, Licatini, Alberto Manca, Nanni, Ricciardi, Rospi, Terzoni, Traversi, Varrica, Zolezzi».



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00029presentato daVIANELLO Giovannitesto diVenerdì 20 luglio 2018, seduta n. 31

   La Commissione VIII e X,

   premesso che:

    la città di Taranto è chiamata «la città dei due mari», bagnata dal Mar Grande e dai due bacini interni del Mar Piccolo. La posizione strategica al vertice della baia storica del Golfo di Taranto l'ha resa protagonista di importanti vicende storiche sin dalla sua fondazione. La storia di Taranto ha inizio nell'VIII secolo a.C. con la fondazione nel 706 a.C. di Taras, unica colonia degli Spartani e importante città della Magna Grecia, spesso simboleggiata, ancora oggi, dal delfino;

    la presenza sul territorio di un'imponente attività industriali e di cantieristica navale, tra cui si annoverano il siderurgico Ilva, la raffineria Eni, il cementificio Cementir, l'arsenale militare e un gran numero di siti di smaltimento di rifiuti, ha provocato una grave crisi ambientale tanto che il 30 novembre 1990 la deliberazione del Consiglio dei ministri definì il territorio della provincia di Taranto (comprendente i comuni di Taranto, Crispiano, Massafra, Montemesola) «area ad elevato rischio di crisi ambientale». Dichiarazione reiterata poi con la deliberazione dell'11 giugno 1997;

   un'azione strategica di riqualificazione, diversificazione economica e risanamento ambientale induce a proteggere e valorizzare, proprio in virtù delle sue peculiarità, l'area delle isole Cheradi e del Mar Piccolo;

   le isole Cheradi costituiscono un arcipelago che chiude a sud-ovest la darsena del Mar Grande di Taranto, parte del demanio militare, aperto alla balneazione e raggiungibile attraverso il servizio di battelli a cura del comune di Taranto. All'interno delle isole è presente una vegetazione tipicamente mediterranea con un'estesa pineta, alberi di leccio, querce, platani e palme. Vi risiedono, inoltre, diverse specie di uccelli come i barbagianni, gabbiani, martin pescatore, tortore e cormorani. La parte marina è caratterizzata da fondali sabbiosi, detritico e roccia nuda, coralligeno e vaste praterie di zostera, cymodocea e posidonia. Si segnala una massiccia presenza di alghe, Pinne Nobilis, banchi di avannotti, molluschi e spugne, celenterati, vermi, tunicati, ricci, stelle marine, pesci di svariate specie e tartarughe caretta caretta. È stata notata la presenza di mammiferi quali il delfino, la stenella striata che nel Golfo di Taranto risulta di presenza regolare e soventi sono stati gli avvistamenti di cetacei come il grampo, le balenottere e il capodoglio;

   l'area all'esterno della rada è compresa nel sito di interesse comunitario marino «IT9130008 – Posidonieto Isola di San Pietro – Torre Canneto», che presenta macchioni di Posidonia oceanica. Lungo il limite inferiore della prateria è presente una biocenosi coralligena ricca e diversificata dal punto di vista biologico;

   già il decreto del Presidente della Repubblica del 23 aprile 1998, recante l'approvazione del piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Taranto, disponeva, con l'obiettivo di protezione e valorizzazione di aree ad elevato pregio ambientale, l'istituzione di «una riserva naturale dell'area delle Isole Cheradi comprendente le isole (riserva naturale) ed i fondali prospicienti (riserva marina)»;

   il citato disposto, tuttavia, è rimasto a tutt'oggi disatteso e nessuna misura di protezione né di valorizzazione è mai stata realizzata;

   anche il Mar Piccolo presenta un patrimonio sommerso di grandissimo valore naturalistico ed ecologico. Si tratta di una laguna costiera di media dimensione, suddivisa in due seni di forma ellittica. Una delle numerose caratteristiche del Mar Piccolo è la presenza dei «citri», sorgenti di acqua dolce che sboccano dal fondale. Nella parte settentrionale di entrambi i seni del Mar Piccolo di Taranto, sono localizzate rispettivamente venti e quattordici sorgenti sottomarine che apportano acqua dolce mescolata a quella salmastra con una particolare combinazione salina, ragione della particolare sapidità delle cozze tarantine considerate nei decenni passati, uniche al mondo;

   rigogliose aree boscose circondano le sponde in corrispondenza del fiume Galeso nel primo seno e in corrispondenza della palude La Vela nel secondo seno. La foce del fiume Galeso rappresenta un ambiente umido di grande pregio naturalistico, rifugio per numerosi uccelli acquatici, molti dei quali tutelati dalla legislazione vigente;

   nel primo seno del Mar Piccolo sono presenti numerose specie animali protette dalla convenzione di Barcellona e inserite nelle liste di organismi minacciati incluse nel piano d'azione generale per la conservazione dei pesci d'acqua dolce italiani;

   sono altresì presenti siti di importanza comunitaria (Sic) terrestri come quello denominato «Mar piccolo» (IT9130004) caratterizzato da depressioni costiere connotate da ristagno idrico ed elevata alofilia, con un substrato prevalentemente costituito da argille e limi pleistocenici e quello di «Masseria Torre Bianca» (IT9130002) il cui substrato pedologico è caratteristicamente costituito da terre rosse mediterranee della foresta xerofila;

   a sud del secondo seno del mar Piccolo in parziale sovrapposizione con l'oasi del Wwf e il SIC IT9130004 si estende la riserva regionale orientata «Palude La Vela» istituita con la legge regionale 15 maggio 2006, n. 11;

   l'inerzia e la noncuranza verso queste aree, che presentano indubbie peculiarità ecosistemiche, hanno prodotto ingenti danni sia ambientali che alle attività economiche della zona;

   viene in rilievo innanzitutto la grave situazione sofferta dal comparto della mitilicoltura in Puglia che ha subito una importante riduzione della produttività dovuta ad una serie di fattori che hanno influenzato negativamente l'attività. Una delle cause è l'insorgenza di criticità ambientali che hanno interessato e che interessano tuttora la zona di Taranto, dove grossi quantitativi di prodotti coltivati nel primo seno del Mar Piccolo sono stati distrutti per mancanza dei requisiti sanitari richiesti per legge;

   la richiamata emergenza sanitaria, sebbene abbia interessato solo il 1° seno del Mar Piccolo, ha generato un danno d'immagine e quindi un calo delle vendite anche dei mitili allevati nel secondo seno del Mar Piccolo e nel Mar Grande che continuano a rispondere ai valori di legge e di qualità che da sempre gli sono riconosciuti;

   gli addetti del settore sono fortemente in calo dal 2011 a dimostrazione della grande sofferenza che sta vivendo il comparto. Attualmente sono circa 500/600 fra regolari e abusivi (questi ultimi per circa il 40/50 per cento operativi nel secondo seno), mentre fino a qualche anno fa si contavano circa 1.500 addetti. Le 80 licenze concesse sono state rilasciare ad aziende con lavoratori da 3 a 10 unità. Purtroppo, da fonti di stampa si apprende della persistenza di illecite coltivazioni di mitili da parte degli abusivi, pronti per la commercializzazione ed il consumo, oggetto di sequestro, mettendo a serio rischio la salute delle persone, così tuttavia certificando la normalizzazione dell'illegalità;

   nel protocollo d'intesa per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto siglato il 26 luglio 2012 si dà atto della specificità dei bacini (Mar Piccolo e Mar Grande) interessate da aree con notevoli e importanti insediamenti produttivi per l'allevamento e coltivazioni di mitili, «tenendo debitamente conto della necessità e vocazioni del territorio ivi compresa la necessità di garantire la qualità delle acque marine previste dal Decreto Ministeriale 367/2003»;

   il commissario straordinario per la bonifica di Taranto, Vera Corbelli, sta affrontando nel suo insieme e nella sua complessità le molte criticità del Mar Piccolo attraverso una efficace azione sinergica che coinvolge le associazioni e gli operatori del settore con l'obiettivo della valorizzazione ambientale e anche del sistema socio-economico e produttivo;

   il commissario ha altresì avviato un'intesa, coinvolgendo anche gli operatori del settore al fine di istituire un osservatorio, denominato «Galene», per la ricerca e la conoscenza delle biodiversità e la promozione e valorizzazione del Mar Piccolo e delle attività di pesca e della mitilicoltura tarantina. Osservatorio, questo, che tuttavia non ha trovato finora formale istituzione;

   anche gli operatori turistici soffrono all'ombra inquietante dell'imponente polo industriale e, pertanto, nonostante le straordinarie peculiarità paesaggistiche, gastronomiche e storiche del territorio, faticano a farsi spazio nel mercato del turismo;

   indirettamente le mancate visite dei turisti e quindi la possibilità da parte di quest'ultimi di poter acquistare direttamente dagli esercenti del territorio, corrispondono anche a mancate entrate economiche per gli operatori del commercio al dettaglio. La mancanza di un coordinamento consolidato che possa favorire il turismo e le attività commerciali in generale e gli enti locali, crea instabilità e senso di abbandono da parte dei piccoli imprenditori;

   la risorsa «mare» dovrebbe rappresentare il volano per patrocinare e sostenere una visione economica sostenibile per il futuro di Taranto a cominciare dal turismo green legato alla presenza di parchi e aree protette, ovvero a produzioni sempre più sostenibili;

   un'analisi sul turismo nei parchi nazionali italiani, svolta dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in collaborazione con Federparchi, Fondazione per lo sviluppo sostenibile e Unioncamere, evidenzia il prezioso patrimonio naturale e culturale che i parchi nazionali possiedono nella prospettiva di migliorare la promozione dei territori e rafforzare la governance per una più efficace gestione della fruizione turistica. A livello internazionale, un importante richiamo agli obiettivi di sostenibilità per il settore turistico sono riportati nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. In Italia, nel 2017, i «turisti green» hanno visto una crescita media del 4 per cento, spinto soprattutto dagli arrivi internazionali, ed in particolare sono i parchi e le aree protette ad attrarre di più. Dal 2007 a oggi le presenze nelle strutture ricettive vicine alle aree protette sono aumentate del 7 per cento, con un fatturato in crescita del 21 per cento;

   da uno studio condotto dall'Arpa Puglia volto a monitorare la situazione quali-quantitativa dei rifiuti marini, sia quelli spiaggiati sia quelli presenti in mare sotto forma di microplastiche (<5mm), lungo tutte le coste della regione Puglia, è emerso che il materiale attualmente utilizzato per l'incalzamento dei mitili durante le differenti fasi del ciclo produttivo rappresenta uno dei rifiuti plastici più frequenti sulle spiagge e sui fondali pugliesi. Si sta sperimentando uno strumento automatizzato a corda continua (di tipo neozelandese) per l'incalzamento dei mitili, che utilizza calze di rete in cotone bio-degradabile in sostituzione di quelle in plastica;

   l'introduzione di un sistema di certificazione di sistemi di gestione e processi in ambito di qualità, ambiente, salute e sicurezza con riferimento alla norma ISO 9001:2015, ISO 22005:2008, MSC (princìpi e criteri per una pesca sostenibile) consentirebbe una garanzia e un efficace strumento di lotta alle attività abusive, tendendo ad una sempre maggiore trasparenza e regolarizzazione del settore e del relativo sistema concessorio,

impegnano il Governo:

   ad assumere iniziative normative al fine di istituire un parco nazionale nell'area delle Isole Cheradi comprendente le isole (riserva naturale) ed i fondali prospicienti (riserva marina) favorendo, in sinergia con la Marina militare, la fruibilità delle stesse da parte di cittadini e turisti;

   ad assumere le necessarie iniziative, affinché, venga fin d'ora valutato l'inserimento nel parco nazionale delle isole Cheradi della porzione del territorio comprendente le aree che sono Siti di interesse comunitario a terra (riserva naturale) ed i fondali dei due seni del Mar Piccolo (riserva marina), compatibilmente con le attività di mitilicoltura e condizionando le modalità di fruizione agli interventi di bonifica in corso di attuazione;

   ad assumere le iniziative di competenza al fine di garantire la messa in sicurezza e la bonifica dal punto di vista ambientale di tutte le zone di competenza della Marina militare al fine di tutelare la salute e l'integrità dei cittadini;

   ad assumere ogni iniziativa utile al fine di sostenere e finalizzare l'azione del commissario straordinario per la bonifica di Taranto, in continuità con gli interventi realizzati e ancora necessari, mediante: il rafforzamento della rete territoriale ed intersettoriale tra operatori ed istituzioni, attraverso la pianificazione e il coordinamento fra le attività operate dal commissario e le imprese; la previsione di nuovi accordi strategici che possano valorizzare le attività delle piccole e medie imprese del commercio, del turismo e della mitilicoltura, quale filiera capace di mettere in rete le potenzialità locali, facendo perno sul sistema delle aree naturali protette; l'individuazione delle infrastrutture e dei servizi a terra che prevedano altresì punti di sbarco, bonifica leggera delle fasce litoranee e interventi di riqualificazione;

   ad assumere le iniziative necessarie volte a promuovere l'istituzione di un Osservatorio sulla sostenibilità del Mar Piccolo, denominato «Galene», già in fase di ideazione da parte dal commissario straordinario, in sinergia con gli operatori del settore, quale strumento tecnico ed indipendente, che, in coerenza con gli interventi specifici posti in essere sul bacino di bonifica, ambientalizzazione e rigenerazione, consenta di rafforzare la collaborazione tra autorità istituzionali, autorità militari, e gli operatori del settore per la sostenibilità e la riqualificazione del Mar Piccolo, supportando i processi decisionali e di sviluppo delle tematiche ambientali e produttive, anche attuando buone pratiche, sostenendo e ottimizzando l'attività di certificazione e marchio d'area, di valorizzazione della filiera e di promozione della mitilicoltura tarantina.
(7-00029) «Vianello, Vallascas, Vignaroli, Daga, Deiana, D'Ippolito, Federico, Ilaria Fontana, Licatini, Alberto Manca, Nanni, Ricciardi, Rospi, Terzoni, Traversi, Varrica, Zolezzi».