• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/00262 ZAFFINI - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che: alla fondazione teatro dell'Opera di Roma sono state applicate le norme di cui al decreto-legge 8...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00262 presentata da FRANCESCO ZAFFINI
giovedì 21 giugno 2018, seduta n.013

ZAFFINI - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - Premesso che:

alla fondazione teatro dell'Opera di Roma sono state applicate le norme di cui al decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112 (cosiddetta legge Bray), relative al risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche che versano in situazioni di difficoltà economico-patrimoniale;

in particolare, l'articolo 11 disciplina il procedimento per ristrutturare il debito delle fondazioni;

i bilanci consuntivi 2014, 2015 e 2016 del teatro dell'Opera sono stati chiusi in pareggio di esercizio, ma con un aumento del debito della fondazione di rispettivamente 44, 54 e 53 milioni di euro, in violazione della norma di cui al comma 1, lett. d), dell'articolo 11 citato, che vieta il ricorso ad un nuovo indebitamento;

come evidenziato dalla relazione del commissario straordinario del Governo sul monitoraggio semestrale dello stato di attuazione dei piani di risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche, la fondazione dell'Opera di Roma ha usufruito di un prestito di 25 milioni di euro per il risanamento del proprio debito;

la medesima relazione mostra una gestione non in linea con gli obiettivi di risanamento, evidenziando che dall'analisi effettuata risulta che «gli elevati costi di produzione (6,48 Mln) conducono ad un margine di produzione negativo (-1,68 Mln di euro)», che «anche il margine per posto disponibile, di conseguenza, è negativo per 3,4 euro», e che «rimane critico il livello dello stock debitorio»;

all'atto dell'insediamento dell'attuale gestione del teatro dell'Opera di Roma, sullo stesso gravava un'esposizione debitoria pari a 33 milioni di euro che, a fronte dei 25 milioni di euro ricevuti per il risanamento, avrebbe dovuto diminuire a circa 8 milioni;

nei richiami conclusivi e implicazioni per le azioni di risanamento, il commissario straordinario afferma che «è pure improcrastinabile intervenire per attenuare l'eccessiva rigidità che vede, ad esempio, i costi del personale stabili o addirittura in aumento», laddove, invece, la fondazione teatro dell'Opera di Roma ha elargito promozioni ed aumenti di stipendio;

sempre nel medesimo capitolo della relazione il commissario afferma che «sono quindi della massima urgenza interventi su tale terreno che producano risultati già evidenti nel corso del primo semestre 2018»;

ad oggi, vale a dire alla fine del primo semestre 2018, la fondazione non ha attuato alcuna delle indicazioni fornite dal commissario;

risulta all'interrogante che il teatro dell'Opera di Roma non abbia ricevuto l'approvazione dell'estensione del piano di risanamento, fatto che impedisce all'ente di continuare a rientrare tra le fondazioni al cui risanamento si applicano le norme della legge Bray;

dal bilancio a consuntivo dell'anno 2016 risulta, inoltre, che i debiti tributari dello stesso ente siano saliti a 12,1 milioni di euro, con un aumento di 8,5 milioni di euro in un solo anno per il mancato versamento dell'Irpef ai lavoratori,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario esercitare il compito di vigilanza spettante al Ministero, assumendo iniziative per verificare la reale situazione debitoria della fondazione e accertare le responsabilità della governance dell'ente;

a che cosa siano state destinate le somme citate risultanti dal mancato versamento dell'Irpef ai lavoratori, e se non ritenga che l'eventuale rateizzazione del corrispondente debito della fondazione, che comporterà costi più elevati, non costituisca un danno erariale.

(4-00262)