• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00034 TARICCO, ROSSOMANDO, LAUS, PATRIARCA, GARAVINI - Al Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che: in data 7 maggio 2018, la Direzione generale...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00034 presentata da MINO TARICCO
giovedì 21 giugno 2018, seduta n.013

TARICCO, ROSSOMANDO, LAUS, PATRIARCA, GARAVINI - Al Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che:

in data 7 maggio 2018, la Direzione generale Concorrenza della UE, presieduta da Margrethe Vestager, ha comunicato di avere approvato, ai sensi del regolamento europeo sulle concentrazioni, l'acquisizione di Ilva da parte di Am Investco Italy (la cordata che si è aggiudicata il bando, controllata da ArcelorMittal, multinazionale con sede in Lussemburgo e controllata dalla famiglia indiana Mittal e maggior produttore di prodotti in acciaio al carbonio del mondo);

tale transazione era stata notificata dalla Commissione europea il 21 settembre 2017, che aveva aperto un'indagine approfondita l'8 novembre 2017 per verificare che, con l'acquisizione di Ilva, AncelorMittal non ottenesse un eccessivo potere di mercato "tenendo conto del fatto che in Italia e in Europa meridionale la pressione concorrenziale esercitata dalle importazioni è particolarmente forte per i prodotti di base in acciaio laminato a caldo";

l'acquisizione, che creerà il produttore d'acciaio di gran lunga più grande d'Europa, comporta infatti una serie di cessioni di aziende e di una parte della rete distributiva in Europa del colosso dell'acciaio;

il "pacchetto garantirà il mantenimento di una concorrenza effettiva sui mercati siderurgici europei" ed inoltre la decisione UE "garantisce che l'acquisizione di Ilva da parte di ArcelorMittal, non si traduca in un aumento dei prezzi dell'acciaio a danno delle industrie europee, dei milioni di persone che vi lavorano e dei consumatori";

la decisione non pregiudica l'esito del "distinto procedimento di infrazione avviato dalla Commissione europea contro l'Italia per non avere garantito che l'Ilva rispettasse la normativa europea sulle norme ambientali" e che tale posizione comporti una successiva accelerazione dei lavori urgenti di bonifica nella regione di Taranto, al fine di "preservare la salute degli abitanti della zona limitrofa e l'ambiente circostante", risanamento che dovrebbe essere portato a termine entro il 2023;

il collegamento diretto esistente tra lo stabilimento Ilva di Taranto e quello dei siti delle città piemontesi di Novi ligure (Alessandria) e di Racconigi (Cuneo), sia per il semilavorato sia per la continua creazione di opportunità economiche che il settore dell'acciaio offre, ha creato comprensibile disorientamento e timore nei territori interessati;

anche le stesse procedure di cessione di un certo numero di attività di distribuzione localizzate in Italia suscitano preoccupazioni in termini di rischio di chiusura o di ridimensionamento degli impianti interessati;

la precarietà della situazione si è protratta per i primi mesi del 2018 sino alla sospensione del confronto tra Ministero dello sviluppo economico e sindacati per la mancanza delle condizioni per proseguire le trattative;

la proposta di mediazione del Ministro pro tempore Calenda prevedeva sul piano occupazionale l'impegno di Am Investco Italy ad assumere 10.000 lavoratori a tempo indeterminato, con un vincolo a non licenziare di 5 anni (nelle procedure di amministrazione straordinaria questo vincolo è di 2 anni) e un ulteriore impegno fino a giugno 2021 a trasferire lavoro per non meno di 1.500 addetti a tempo pieno a una nuova società di servizi costituita da Ilva e Invitalia. La stessa newco (aperta alla partecipazione di altri soggetti pubblici e privati), oltre che delle attività esternalizzate, si sarebbe dovuta occupare delle bonifiche; su queste attività si sarebbero dovuti impegnare a rotazione anche i restanti lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria di Ilva non trasferiti ad Am Investco Italy. La società in amministrazione straordinaria avrebbe avuto a disposizione 200 milioni di euro per gli strumenti di gestione degli esodi (incentivi, outplacement, autoimprenditorialità, accompagnamento alla quiescenza, eccetera);

dalle informazioni in possesso degli interroganti, prevedrebbe per gli stabilimenti piemontesi, in particolare per quelli siti in Racconigi e Novi Ligure, di circa 100 e 800 dipendenti, il licenziamento di circa 160 lavoratori e successiva riassunzione solo di 125;

la rottura si sarebbe consumata sulla richiesta, alternativa alla proposta citata, di tutele per tutta la forza lavoro del gruppo, pari a circa 13.700 occupati;

il "contratto di governo" riporta in merito al futuro dell'azienda "un programma di riconversione economica basato sulla chiusura delle fonti inquinanti" che costerebbe circa 2.5 miliardi di euro, senza individuare le fonti di finanziamento del programma stesso;

tale situazione di incertezza e di chiusura dei tavoli politici, protraendosi nel tempo, complica il contesto, acuendo il timore di ulteriori problematiche prospettiche in termini di investimenti industriali e di esuberi,

si chiede di sapere:

se il Ministro sia a conoscenza di quanto descritto;

se non ritenga necessario assumere urgentemente iniziative per effettuare una verifica approfondita delle varie situazioni susseguitesi nel tempo, riprendendo il dialogo tra Ministero, Am Investco Italy, ArcelorMittal e sindacati per la ricerca di soluzioni (mantenimento, ammortizzatori sociali e ricollocazioni) per i lavoratori e per i siti produttivi, anche con attenzione ai siti piemontesi, soprattutto alla luce dell'imminente appuntamento cruciale con gli acquirenti previsto per la fine del mese di giugno 2018.

(3-00034)