• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/00513 (4-00513)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00513presentato daROSTAN Michelatesto diMercoledì 20 giugno 2018, seduta n. 18

   ROSTAN. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   da due mesi, nello stabilimento de La Doria di Acerra, in provincia di Napoli, si vive una situazione di tensione e preoccupazione a causa dell'annunciata chiusura delle attività produttive;

   nel sito di Acerra, dove vengono prodotti circa 50 milioni di vasi di sughi pronti, lavorano 67 dipendenti ai quali si aggiungono un'altra trentina di lavoratori dell'indotto;

   secondo i lavoratori e le organizzazioni sindacali la chiusura dello stabilimento di Acerra – su cui l'azienda parla di perdite per circa 3 milioni di euro – non si giustificherebbe in alcun modo, dal momento che mai si è fatto ricorso alla cassa integrazione, si continua a lavorare su tre turni, mentre la stessa azienda annuncia investimenti per l'ampliamento dell'opificio industriale di Parma;

   dopo la prima ondata di proteste, nel marzo 2018 è stato aperto un tavolo di confronto con sindacati e regione Campania, alla presenza dell'amministrazione comunale, con l'obiettivo di definire una strategia comune per impedire la chiusura dello stabilimento e, in ogni caso, per salvaguardare i lavoratori. I vertici aziendali avrebbero dato quanto meno garanzia che gli operai saranno redistribuiti sugli altri tre stabilimenti campani del gruppo;

   dopo qualche settimana di tregua, nei giorni scorsi, la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici è riesplosa. Un presidio all'esterno dello stabilimento di Acerra ha conosciuto anche alcuni momenti di forte tensione tra gli scioperanti e gli automobilisti;

   resta alta la preoccupazione tra i lavoratori, che continuano a svolgere le proprie mansioni mentre ancora attendono una risposta chiara sul loro futuro;

   il tavolo di trattative aperto tra azienda, Cgil, Cisl e Uil e le rappresentanze sindacali unitarie di fabbrica non ha portato ai risultati auspicati: la proprietà vorrebbe, da settembre 2018, dismettere lo stabilimento e trasferire la produzione a Parma. Qui dovrebbero essere trasferiti anche diciotto lavoratori di Acerra, mentre in 49 dovrebbero essere collocati sugli altri tre stabilimenti campani;

   sindacati e lavoratori non condividono tale scelta e hanno interrotto la trattativa, riprendendo la protesta. Per i prossimi giorni è previsto un nuovo incontro presso la regione Campania;

   la chiusura dello stabilimento peserebbe in modo drammatico su un territorio già provato da altre crisi aziendali e con una disoccupazione tra le più alte d'Italia –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se intenda, per quanto di competenza, assumere iniziative per fare luce sulla vicenda, anche attraverso la convocazione di un tavolo nazionale in sede ministeriale al fine di agevolare la ricerca di una soluzione condivisa tra azienda e organizzazioni sindacali che non penalizzi i lavoratori e l'assetto produttivo di una intera area, come quella metropolitana di Napoli, già fortemente provata dalla bassa occupazione e dalla deindustrializzazione.
(4-00513)