• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/00490 (4-00490)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00490presentato daASCANI Annatesto diLunedì 18 giugno 2018, seduta n. 16

   ASCANI, BONOMO, SCALFAROTTO, MORETTO, ROSATO, MORANI, SERRACCHIANI, MICELI, NOBILI, GAVINO MANCA, MIGLIORE, QUARTAPELLE PROCOPIO, FIANO, BAZOLI, MARCO DI MAIO, FREGOLENT, ENRICO BORGHI e BRUNO BOSSIO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 13 giugno 2018 tre giornalisti di La Repubblica, La Stampa e il Fatto Quotidiano si trovavano a Bolzano per seguire gli sviluppi dell'inchiesta della procura di Genova sul presunto riciclaggio dei fondi del partito della Lega, tema sul quale i deputati Fiano e Rotta, appartenenti al gruppo parlamentare del Partito Democratico hanno già presentato un'interpellanza. Stando alle fonti giornalistiche, mentre i tre giornalisti si trovavano a condurre la loro inchiesta, sono stati fermati dai funzionari della Guardia di finanza locale che, avendoli fermati, li ha trattenuti per procedere con l'interrogatorio. Le stesse fonti riferiscono circa l'irritualità della conduzione dell'interrogatorio, poiché i tre non sarebbero stati avvertiti della possibilità di avvalersi di un difensore né della facoltà di non rispondere. In particolare, come si legge dal comunicato stampa del Sindacato dei giornalisti e dell'Unione cronisti: il comportamento tenuto dai suddetti funzionari sarebbe stato «intimidatorio nei confronti dei colleghi impegnati ad illuminare una delle vicende più oscure di questi ultimi anni, riportando aggiornamenti di sicuro interesse pubblico su un'indagine per truffa ai danni dello Stato». Il fatto occorso ha avuto una notevole risonanza per via della «scelta muscolare della magistratura e polizia giudiziaria: il loro tentativo di imbavagliare l'informazione e imbrigliare la libertà di stampa» (comunicato Sindacato giornalisti e Unione cronisti);

   invero, l'articolo 21 della Costituzione italiana recita che «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» e che «la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure». La garanzia della libertà di pensiero e della sua manifestazione costituisce una condizione imprescindibile per la stessa vita e sopravvivenza di un regime democratico, perché assicura la formazione di un libero convincimento personale da parte di ciascun cittadino e di una opinione pubblica libera e criticamente fondata e, perciò, è considerata la «pietra angolare» della democrazia. È stato l'articolo 11 della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 26 agosto 1789 a definire che «la libera manifestazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell'uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell'abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge»;

   e in effetti, ad avviso degli interroganti, nella vicenda occorsa non si vede come i tre giornalisti abbiano potuto abusare della libertà di informazione, essendosi limitati a recarsi sul posto in cui i fatti di cronaca stavano per avvenire –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto avvenuto e quali eventuali iniziative di competenza intendano assumere in relazione ai fatti esposti in premessa.
(4-00490)