• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/00197 RIZZOTTI, GALLONE, GASPARRI - Al Ministro della salute - Premesso che: l'acufene in medicina è un disturbo uditivo che si manifesta come una sensazione acustica, in alcuni casi...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-00197 presentata da MARIA RIZZOTTI
martedì 5 giugno 2018, seduta n.009

RIZZOTTI, GALLONE, GASPARRI - Al Ministro della salute - Premesso che:

l'acufene in medicina è un disturbo uditivo che si manifesta come una sensazione acustica, in alcuni casi particolarmente fastidiosa, avvertita nonostante nessuna sorgente esterna l'abbia generata;

diverse sono anche le cause alle quali può essere associato: dal calo uditivo all'esposizione al rumore, all'utilizzo prolungato di alcuni farmaci ototossici;

la popolazione di età compresa tra i 45 e i 75 anni è quella più interessata da questo sintomo;

l'acufene può essere di breve durata, senza alcun significato clinico, o persistere nel tempo;

in questo ultimo caso può determinare ripercussioni sulla qualità di vita del soggetto che ne soffre perché è associato, non di rado, a disturbi del sonno, ansia, nervosismo, difficoltà di concentrazione, stress, fino a disturbi depressivi o d'ansia;

non è classificabile come una malattia, ma è piuttosto una condizione che può derivare da una vasta pluralità di cause. Tra loro si possono includere: danni neurologici, ad esempio dovuti a sclerosi multipla, infezioni dell'orecchio, stress ossidativo, stress emotivo, presenza di corpi estranei nell'orecchio, allergie nasali che impediscono o inducono il drenaggio dei fluidi, accumulo di cerume e l'esposizione a suoni di elevato volume. La sospensione dell'assunzione di benzodiazepine può essere anch'essa una causa;

l'acufene è solitamente un fenomeno soggettivo, che non ha parametri di comparazione oggettivi. Viene valutato clinicamente su una semplice scala da "lieve" a "catastrofico", in base agli effetti che comporta, come ad esempio l'interferenza con il sonno e sulle normali attività quotidiane;

ad oggi, non vi sono farmaci che si siano rivelati efficaci;

in Italia, è un disturbo piuttosto comune, pare che ne siano affetti oltre 5 milioni di persone. Questo disturbo colpisce circa il 10-15 per cento delle persone, ma si rivela un serio problema solo nell'1-2 per cento dei casi;

la corretta definizione di acufene dovrebbe essere "percezione acustica non organizzata, non realmente prodotta da alcuna sorgente sonora, né all'interno, né all'esterno del nostro corpo", proprio per distinguere questo fenomeno dai comuni rumori perché le percezioni sensoriali vengono elaborate dal cervello, che non è in grado di percepire direttamente suoni, luci o altri stimoli nella loro forma originaria, ma solo segnali bioelettrici derivati dalla conversione operata da specifici recettori, che nel caso dell'udito sono le cellule ciliate dell'orecchio interno;

gli acufeni sono attualmente contenibili in una percentuale elevata dei casi, anche se disporre di cure non vuol dire garantire la guarigione definitiva, essendo comunque possibili recidive come per molte patologie mediche non chirurgiche;

le principali risorse per la cura dei sintomi dell'acufene sono rappresentate dalle tecniche riabilitative (quali la tinnitus retraining therapy, TRT) che non curano realmente la causa, ma richiedono circa tre mesi per sviluppare un beneficio significativo e un periodo che va da 12 a 18 mesi per il loro pieno svolgimento; oppure da trattamenti farmacologici mediante neurofarmaci e da trattamenti che mirano alla risoluzione dell'idrope cocleare, efficaci ovviamente solo quando questo sia il meccanismo all'origine dell'acufene;

i centri di ricerca distribuiti sull'intero territorio nazionale hanno prodotto, negli ultimi anni, risultati rilevanti per la comprensione e la potenziale cura di questa patologia. È stato dimostrato come alterazioni della connessione tra diverse aree del sistema nervoso centrale, quali la corteccia e il talamo, possano essere alla base dell'acufene in pazienti normoacustici. Altri studi hanno identificato potenziali fattori di rischio per l'insorgenza di questa patologia, quali l'ipertensione, l'indice di massa corporea, il fumo e l'ipercolesterolemia;

il Ministero della salute, rispondendo a diverse interrogazioni parlamentari su questo argomento, in precedenza, ha affermato di ritenere che possano essere messe a disposizione della comunità scientifica le competenze esistenti presso l'Istituto superiore di sanità, per promuovere la ricerca e la conoscenza delle problematiche relative all'acufene presso istituzioni, centri di ricerca e opinione pubblica, al fine di valutare quali iniziative adottare per gestire i problemi sanitari legati all'acufene e considerata la necessità di sviluppare ulteriormente la ricerca mirata alla comprensione delle basi fisiopatologiche del disturbo;

si tratta pertanto di un disturbo che non è considerato al pari delle malattie croniche per gravità, invalidità, onerosità del trattamento e quindi non contemplato nei LEA anche se le prestazioni erogabili in esenzione potrebbero scongiurare aggravamenti e complicanze,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo voglia assumere al fine di prevedere degli screening audiologici nelle fasce di età più a rischio e nei soggetti che presentano patologie che hanno correlazione con questo disturbo, per evidenziare una predisposizione o l'insorgenza di acufeni;

quali iniziative voglia assumere al fine di promuovere il sostegno psicologico per i soggetti che manifestano i disturbi più gravi e per scongiurare che l'acufene possa influire sulla qualità della vita e sulle relazioni sociali familiari delle persone che ne soffrono, che possono arrivare a valutare perfino il suicidio;

se non ritenga urgente adottare misure volte a promuovere l'avvio di studi e ricerche su tale "patologia orfana", che potrebbe colpire chiunque indistintamente, anche ai fini del suo inserimento tra le malattie croniche e invalidanti, di cui al decreto ministeriale n. 329 del 1999.

(4-00197)