• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/00026 (5-00026)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00026presentato daCARNEVALI Elenatesto diMartedì 5 giugno 2018, seduta n. 11

   CARNEVALI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'acufene (tinnitus in lingua latina ed inglese) è una patologia dell'apparato uditivo vestibolare consistente nella percezione, da parte di chi ne soffre, di un costante suono che generalmente consiste in fischi, ronzii, fruscii crepitii o soffi, in un orecchio o in entrambi o nella testa;

   studi condotti negli ultimi due lustri in Paesi europei, quali la Germania e il Regno Unito, hanno dimostrato come, mediamente, circa il 10-20 per cento della popolazione del continente europeo abbia sofferto di acufene almeno una volta nella vita, mentre, per quanto riguarda l'Italia, a seguito di una serie di studi risulterebbe che vi sia una prevalenza di tale problema otologico pari a circa il 15 per cento della popolazione priva di difetti uditivi;

   varie sono le classificazioni degli acufeni proposte dagli studiosi nell'arco di mezzo secolo. Alcuni distinguono gli acufeni in oggettivi e soggettivi. Gli acufeni oggettivi sono molto rari e si presentano come suoni che si generano all'interno del corpo umano, come ad esempio quelli originati da un flusso vascolare particolare o da contrazioni muscolari, mentre gli acufeni soggettivi sono i più comuni e si individuano nei casi in cui il soggetto percepisce un suono che non è ascoltabile dall'esterno e che può essere provocato da farmaci, ma anche da alcool, caffeina e antidepressivi;

   tale patologia sottovalutata dal servizio sanitario nazionale provoca uno stato invalidante dell'assetto psicologico-emozionale e del ritmo sonno-veglia, del livello di attenzione, di concentrazione e della vita relazionale, fattori, questi, che possono causare uno stato depressivo con risvolti drammatici e con conseguenze estreme fino al suicidio:

   l'acufene, in altre parole, è una «patologia orfana» che può colpire tutti indistintamente per la quale sono necessari studi e ricerche e una rete di centri pubblici di riferimento per analizzare le sue molteplici origini e curare coloro, che ne soffrono;

   nella scorsa legislatura in sede di esame dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (Lea) (Atto n. 358), in 12° Commissione, di cui l'interrogante è stata relatrice, veniva inserito nel parere approvato dalla Commissione medesima in data 14 dicembre 2016, la seguente osservazione: «nell'ambito delle malattie croniche di cui all'articolo 53, che rinvia all'allegato 8, si valuti l'opportunità, sulla base delle migliori evidenze cliniche, di apportare le seguenti modificazioni: siano inserite tra le malattie croniche anche la cefalea primaria cronica e l'acufene» –:

   alla luce di quanto riportato in premessa e di quanto è stabilito dall'articolo 32 della Costituzione che tutela il diritto alla salute per tutti i cittadini, se il Ministro interrogato non ritenga urgente e doveroso, assumere iniziative per avviare un'adeguata ricerca su tale patologia in modo da individuare quanto prima strategie terapeutiche in grado di curare e/o alleviare gli effetti della stessa sui cittadini italiani che ne sono affetti;

   se non ritenga necessario assumere iniziative non solo per inserire l'acufene nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, così come definiti da ultimo con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, ma anche per riconoscerlo come malattia cronica invalidante ai sensi del decreto ministeriale n. 329 del 1999 e tenuto conto di quanto stabilito dall'allegato 8 del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.
(5-00026)